Sentieri velati da un tratto di eterno:
basole fra scorci di storica passione;
a passi tardi rinvengo in cor mio
nascituro sguardo che soave m’attrista. – S. Quasimodo
Modica, nel ragusano, perla barocca nel sud-est della Sicilia fa parte delle città patrimonio mondiale UNESCO dal 2002.

Duomo di San Giorgio
Il centro storico della città, interamente ricostruita a seguito del devastante terremoto del 1693, è suddiviso in due grandi quartieri: Modica Alta e Modica Bassa. Oggi camminare per le vie di Modica significa fare un percorso intriso di storia tra palazzi tardobarocchi, chiese con maestose colonne e gradinate.

Mascheroni barocchi
Le campagne del modicano, caratterizzate da una fitta rete di “muri a secco” che delimitano gli appezzamenti di terreno, sono trapunti di maestosi alberi di carruba, ulivi e fichi d’India e regalano paesaggi davvero suggestivi. Modica è la località perfetta per una vacanza in Sicilia, un ottimo punto di partenza per visitare le città barocche del Val di Noto e fare un tuffo nelle acque limpide delle sue coste ricche di spiagge dorate (Marina di Modica, Marina di Ragusa, Sampieri, Punta Secca).
La città ha ha una conformazione davvero particolare e si estende lungo una vallata per poi inerpicarsi sulle colline che la circondano. Una melagrana spaccata, la definisce un altro grande siciliano, Gesualdo Bufalino (1920-1990), nell’incipit del suo romanzo Argo il cieco (1990):
Fui giovane e felice un’estate, nel cinquantuno. Né prima né dopo: quell’estate. E forse fu grazia del luogo dove abitavo, un paese in figura di melagrana spaccata; vicino al mare ma campagnolo; metà ristretto su uno sprone di roccia, metà sparpagliato ai suoi piedi; con tante scale fra le due metà, a far da pacieri, e nuvole in cielo da un campanile all’altro, trafelate come staffette dei Cavalleggeri del Re… che sventolare, a quel tempo, di percalli da corredo e lenzuola di tela di lino per tutti i vicoli delle due Modiche, la Bassa e la Alta; e che angele ragazze si spenzolavano dai davanzali, tutte brune. Quella che amavo io era la più bruna […]
Per cogliere al meglio le bellezze di Modica, bisogna visitarla a piedi. Scarpe comode, e via!
Iniziate il vostro tour dal centro storico e da Corso Umberto I, la strada che taglia in due la città. Qui scegliete un buon bar/pasticceria dove fare una buona colazione a base di prodotti tipici. Vi consiglio il caffè Adamo, famosissimo per le sue deliziose cremolate, granite cremosissime guarnite con frutta fresca e secca.

Caffè Adamo. Cremolata alle more dell’Etna e fichi di Sampieri.
Visitate la Cattedrale di San Pietro con le statue degli apostoli. Inoltre, sulla via sono presenti due piccoli ma interessanti musei: il Palazzo della Cultura Museo Civico, che espone una collezione di reperti del Neolitico e l’imperdibile statuetta dell’Ercole di Cafeo, e il Museo del Cioccolato di Modica, che racconta l’antico legame che lega appunto la città e il cioccolato.
La casa natale di Salvatore Quasimodo (1901-1968).
Luogo natio e stabile per il primo anno della sua vita (si spostò poi con la famiglia per il lavoro del padre, ferroviere). La piccola casa è formata da un ingresso, da una camera da letto così com’era a suo tempo (un letto in ferro battuto, un inginocchiatoio, un capezzale e altri mobili ed arredi di primo Novecento), una piccola stanza accanto dove sono contenute stampe e libri del poeta. Spostandoci, ci dirigiamo nel suo studio: una vecchia macchina da scrivere, uno scrittoio, una collezione di dischi, una libreria con annessi libri ed altre cose, provenienti da uno dei suoi studi di Milano (alla quale dedica una bellissima lirica civile, Milano, agosto 1943).
Inoltre, ai visitatori, viene fatta ascoltare la registrazione presente su un vecchio nastro, dove il Poeta che recita alcune sue poesie, e sempre dalla sua viva voce, il discorso dal titolo “Il Politico ed il Poeta” da Quasimodo letto a Stoccolma in occasione del conferimento del Nobel.
Per informazioni e visite contattate l’Associazione Proserpina.
Il Cartellone, il quartiere ebraico di Modica.

Salita de’ Barbieri
A Modica, questo quartiere abitato esclusivamente da ebrei, era conosciuto come il quartiere Cartellone. Gli ebrei vivevano nettamente divisi dalle comunità cristiane con mura di separazione e porte che venivano chiuse nelle ore notturne. L’isolamento in cui vivevano le comunità ebraiche, a cui non erano estranei i dettami della religione, si realizzava nella elezione di un determinato quartiere cittadino a sede della comunità ebraica. I ruderi di una sinagoga erano visibili ancora alla fine dell’Ottocento. Ora sono scomparsi ma il toponimo esiste ancora. Si sono fatte molte ipotesi sul significato e sull’origine della denominazione del quartiere: è molto probabile che il nome si debba a un cartello, ben visibile, che avvisava i cristiani che da lì iniziava il quartiere ebraico quando, a partire dal XV secolo, all’epoca della repressione inquisitoriale, si incominciarono a isolare gli israeliti, dando inizio a quella intolleranza religiosa che, a Modica, sarebbe sfociata nell’eccidio del 1474.
Strutturato a balze, è meglio visitarlo a piedi per godere del dedalo di vicoli che si inerpicano verso l’alto, privilegiando appunto un itinerario che parte dal basso. Una volta su, avrete la possibilità di godere di uno splendido panorama, il più suggestivo, quello che mostrerà la complessità topografica della città, i suoi mille volti, i tanti poli visivi.
E poi, incontri felini per le vie…
Il cioccolato di Modica.
Furono gli spagnoli a portare a Modica un prodotto che gli abitanti del Messico ricavavano dai semi di cacao, macinati con una specie di pietra ricurva, al quale venivano aggiunti zucchero e spezie. Un cioccolato a freddo che viene aromatizzato con cannella (il mio preferito), vaniglia, ma si può trovare al peperoncino, al sale, allo zenzero, al cardamomo, al pepe bianco. Nel 2018 il cioccolato di Modica ha ottenuto la denominazione IGP dall’Unione Europea e ogni anno, a inizio Dicembre, si tiene la rassegna enogastronomica dedicata al cioccolato artigianale tipico di Modica, il Chocomodica.
Insediata nel pieno centro cittadino dal lontano 1880, c’è un luogo che ben rappresenta questo connubio tra saperi lontani, nel tempo e nello spazio, e abilità artigiana. Si tratta della Dolceria Bonajuto, la più antica fabbrica di cioccolato in Sicilia.

Antica Dolceria Bonajuto
Una stella nel firmamento barocco: Accursio Ristorante.
Fermarsi a cena al Ristorante Accursio, è un buon modo per poter assaggiare dei prodotti tipici, in un ambiente intimo e piacevole e concludere la vostra giornata. Se volete conoscere la mia esperienza, la trovate qui.
E ancora tanto altro…
Se avete più tempo per fermarvi a Modica, non potete perdervi le bellezze delle altre perle del Barocco: Scicli, Ragusa Ibla, Noto. Se volete spostarvi verso le zone di marine non perdetevi Marina di Ragusa, Sampieri e Punta Secca, legate alle vicende del noto “commissario Montalbano”, personaggio letterario ideato da Andrea Camilleri.